Omaggio a Palazzo Chiablese al grande pubblicitario sulla poltrona foderata di prosciutto
A diciassette anni dall’ultima esposizione al Castello di Rivoli, i Musei Reali ospitano un nuovo tributo a colui che è considerato il genio torinese della pubblicità per antonomasia con la mostra “Tutti gli Ismi di Armando Testa”, allestita nelle sale di Palazzo Chiablese fino al 24 febbraio.
Le creazioni raccolte con la curatela di Gemma De Angelis, Testa e Gianfranco Maraniello in collaborazione con il Mart di Trento e Rovereto, hanno letteralmente popolato l’immaginario di intere generazioni, dai personaggi immortali del Carosello come Caballero e Carmencita all’ippopotamo azzurro Pippo fino al totemico Punt e Mes. Andando al di là dell’Armando Testa più noto, gli “Ismi” in questione hanno però il grande pregio di illuminare a tutto tondo la figura del grande pubblicitario e artista, soprattutto indagando gli aspetti più innovativi e precursori rispetto ai tempi come le ricerche sul cibo, sul mondo degli animali o le sperimentazioni serigrafiche.
Ironico, colto, rivoluzionario e profondamente influenzato dalle avanguardie, Armando Testa è stato un uomo poliedrico e al tempo stesso ossessionato dal raggiungimento della semplicità, così tanto da non poter essere incasellato in un unico stile o modello di riferimento, ma anzi da contenerne una gamma infinita. Infatti, niente spiega di più il suo lavoro come la frase all’ingresso del percorso espositivo: “La parola sintesi per me è legge: sia che io dipinga, sia che io scriva, sia che io parli. Non mi stanco mai di citare la frase di Mies van der Rohe “Nel Meno c’è il più”.
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Fabrizio Vespa
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