I bagliori per gli attesi fuochi si stanno avvicinando
Malgrado per alcuni ci sia ancora un po’ di confusione tra Bosco, il fondatore dei Salesiani o l’Apostolo, San Giovanni (Battista), il patrono della città di Torino che viene tradizionalmente festeggiato il 24 giugno, rimane una delle ricorrenze più sentite dai torinesi.
Proprio come loro è uno dei santi più celebrati ovunque, ma anche quello con il taglio più low profile, non ama mettersi in mostra eppure sotto la Mole viene celebrato con diversi giorni di anticipo grazie ai tanti eventi collaterali, al corteo storico, all’appuntamento con il Farò di piazza Castello la sera del 23 giugno e il giorno successivo con il ritrovato spettacolo pirotecnico sul fiume.
Inoltre, dettaglio per niente secondario, in questa occasione si celebra anche il solstizio d’estate che in tanti altri Paesi nel mondo viene accolto immancabilmente proprio con la presenza del fuoco.
Sciolta così come neve al sole l’era dei droni che certo non brillavano particolarmente per spettacolarità e pathos artistico, dall’anno scorso sono ritornati i fuochi, rigorosamente a moderato impatto acustico. La soluzione non metterà mai l’anima in pace agli animalisti, ma la festa è festa: ogni tanto serve lanciare qualcosa in aria che illumini tutti per ricordarci di alzare lo sguardo e di guardare più in alto delle nostre teste.
Lo sanno bene i giapponesi: quando assistono a uno spettacolo di fuochi d’artificio, si fermano in un profondo silenzio, senza tirare un fiato. Per loro sono preghiere che salgono al cielo.