Sinossi e fun fact dei Migliori Film candidati agli Academy Awards 2023
Ok. Non ci sono più le mezze stagioni, ma se c’è un elemento che ogni anno ci accompagna volenti o nolenti dall’inverno alla primavera è l’Academy Award, meglio conosciuto come Oscar.
Lo scorso 25 gennaio sono state annunciate le nomination all’ambitissimo premio.
Tra i candidati per il Miglior Film che sarà premiato il 12 marzo 2023, quello al momento più discusso è sicuramente Everything Everywhere All At Once con la protagonista Michelle Yeoh, la regina delle arti marziali che agli ultimi Golden Globe ha spopolato e con cui credo nessuno vorrebbe mai litigare. Fun fact: Rotten Tomatoes di recente l’ha classificata come “la più grande eroina d’azione di tutti i tempi”, l’unica persona che in “The Witcher: Blood Origin” ci ha distratto dal lutto della notizia del licenziamento di Henry Cavill dallo show di Geralt di Rivia, distratto, non curato… fa ancora male, cambiamo argomento!
Top Gun: Maverick: Tom Cruise torna nei panni del pilota che ha fatto impazzire gli anni ‘80. La pellicola è il sequel del film dell’86 diretto da Tony Scott, sponsorizzato dal Dipartimento della Difesa Statunitense, creato in collaborazione con la scuola di combattimento per piloti della marina militare statunitense, insomma, l’americanata autoreferenziale su quanto siano belle le forze dell’ordine della madre patria di cui non se ne sente mai il bisogno.
Fun fact: il divo ha confessato che la celebre scena finale della pellicola che l’ha consacrato sex symbol hollywoodiano, quella in cui sorride sfacciato e pianta un limone a Kelly McGillis, è stata un’improvvisazione, perché non ricordava la battuta. Questo funziona se sei Tom Cruise, non provateci agli esami. Non funziona. Nemmeno se credete in Scientology.
Passiamo a un film di fuoco, letteralmente, perché la pellicola di Edward Berger Niente di nuovo sul fronte occidentale è tratta dall’omonimo romanzo di Erich Maria Remarque, pubblicato su un giornale tedesco nel 1928 per denunciare e raccontare i traumi psicologici e mentali dei tedeschi arruolati durante la Prima Guerra Mondiale. Ebbene, tale romanzo fu bandito, dato alle fiamme, in Germania dai nazisti, in Italia dai fascisti.
Fun fact: Un anno dopo l’uscita del romanzo, ci fu la prima edizione assoluta dei premi Oscar. La cerimonia del 1929 durò 4 minuti e 22 secondi senza copertura mediatica. Purtroppo non possiamo dire lo stesso dei nazisti e dei fascisti.
Elvis, otto candidature agli oscar per la biopic diretta da Baz Luhrmann che vede Austin Butler protagonista nel ruolo del King. L’attore è diventato virale per essersi dimenticato di uscire dal ruolo, come testimonia il suo discorso ai Golden Globes in cui parla con l’accento e il tono di voce di Presley.
Fun fact: fan numero uno del film è Lisa Marie Presley, figlia della star, che ha di recente twittato “se non vince l’oscar per questo film, mi mangio un piede, haha.” E chi pensa che abbia scritto la parola “piede” apposta per l’algoritmo, ha ragione.
Spielberg, signori. The Fabelmans è il film in cui il regista racconta la sua famiglia, la sua adolescenza e i suoi primi anni di lavoro. Il regista racconta che non ha avuto il coraggio di mettere in scena le disfunzionalità della sua famiglia finché i suoi erano in vita. Facile così. Prova a dire a tua madre al pranzo di Natale che fumi da quando avevi 14 anni.
Fun Fact: Pessimo incasso, nonostante la super approvazione della critica, il pubblico vuole i dinosauri, gli alieni e Indiana Jones. Siamo tutti disfunzionali, almeno tu, Steven, facci sognare.
Tàr è la storia di Lydia Tàr, personaggio immaginario, una direttrice d’orchestra che sfrutta il suo potere per avere favori sessuali, una donna che si fa chiamare al maschile, prepotente, predominante, aggressiva, che non si preoccupa di chi ha davanti e che accende i riflettori sull’abuso dal punto di vista femminile. La regia è di Todd Field.
Fun fact: l’attrice Cate Blanchett è stata accusata di aver accettato una parte antifemminista e dannosa per le donne. Questo è il problema del fare di ogni racconto una bandiera. Si può dire “che palle”?
Andiamo in Svezia, con il Triangle of Sadness di Ruben Östlund, Palma d’Oro al Miglior Film al Festival di Cannes, una commedia black di ricchi su una nave, praticamente un Titanic grottesco, ma con Woody Harrelson che rende sempre il mondo un posto un po’ più bello.
Fun fact: il triangolo della tristezza che dà il nome al film è il termine che si usa in chirurgia plastica per indicare le rughe tra gli occhi, sulla fronte. Quelle che verranno valorizzate sul vostro volto non appena vedrete la quantità di vomito presente in questa pellicola.
Avatar: la via dell’acqua. Sequel di Avatar, del 2009, il colossal di James Cameron ci ha messo un attimo, ma è arrivato al secondo capitolo, record d’incassi, poi superato da Avengers:Endgame e poi risalito al trionfo, il film continua a raccontare del pianeta Pandora, dove l’atmosfera è tossica per la sopravvivenza degli umani, che per riuscire a stare lì comunque hanno inventato degli Avatar che vivono al posto loro, praticamente Torino.
Fun Fact: Il primo dura due ore e quaranta. Il secondo dura tre ore e un quarto. A questo seguiranno altri tre film. James, ti prego, abbiamo la soglia dell’attenzione di Andreotti dalla Perego, abbi pietà di noi.
Gli Spiriti dell’Isola, boh, è surreale. Martin Mc Donagh porta in scena la storia di due amici, Padriac e Colm, che hanno lo stesso guizzo vitale di Kripstak e Petrektek, ma uno dei due si stanca, dice che vuole andare a suonare il violino e comporre, dice che l’altro lo annoia e chiude l’amicizia. Così, de botto. Senza senso. Praticamente quello che faccio io ad ogni partita della Champions a cui mi fanno assistere i miei amici. Solo che la situazione degenera, Colm, l’annoiato, dice a Padriac “ogni volta che mi parli mi taglio un dito” (è un po’ più elaborato, ma più o meno fa così, ndr), not a good idea per un violinista, ecco, e finiscono a rovinarsi la vita a vicenda.
Fun fact: i due protagonisti, Colin Farrel e Brendan Gleeson, tornano a recitare insieme dopo In Bruges, dello stesso regista, grande trionfo e un sacco di candidature, perché alla fine una banale discussione che va in vacca e finisce in un bagno di sangue piace proprio a tutti, ci fa sentire vivi, come ai tempi di Antonella Elia e Aida Yéspica all’Isola dei Famosi. Una cosa del genere.
Last but not least, Women Talking l’unica pellicola candidata a Miglior Film diretta da una donna, Sarah Polley, adattamento cinematografico del romanzo di Miriam Toews sui fatti reali avvenuti nella colonia mennonita in Bolivia, dove le donne venivano narcotizzate, stuprate, picchiate e al loro risveglio veniva detto loro di essersi immaginate tutto. Fanatismo e fede coesistono in vittime e carnefici, un film rabbioso e necessario.