Tradu/izioni d’Eurasia non è un semplice percorso espositivo, ma un format dinamico che cresce nel tempo fino al 1° settembre 2024
Prosegue al Museo d’Arte Orientale fino al 1° settembre 2024 il riallestimento della mostra Tradu/izioni d’Eurasia, con cui il MAO celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo.
A dimostrazione che i format espositivi avviati dal celebre museo torinese si arricchiscono di novità e di ulteriori attività anche a distanza dal loro inizio naturale, ora si sono aggiunti numerosi prestiti prestigiosi dagli Uffizi, dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze, dai Musei Civici di Bologna, dal Museo della Ceramica Duca di Martina di Napoli insieme alle opere site specific dell’artista franco-marocchina Yto Barrada.
A loro coronamento si inserisce anche un fitto programma di conferenze, eventi musicali, proiezioni e performance che propongono al pubblico occasioni di riflessione e nuove letture della complessa e affascinante storia che da secoli si dipana sulle vie della Seta.
Il centro è l’affascinante storia del viaggio dell’arte, della cultura, delle tradizioni, della lingua dall’Asia Orientale al bacino del Mediterraneo (e ritorno), una storia di innesti, contaminazioni e tradimenti raccontata attraverso una rinnovata e puntuale selezione di ceramiche, tessuti, metalli e manoscritti.
Si parte con il tema del blu, sottolineato dall’installazione dello studio berlinese Zeitguised per arrivare al tema dell’uva, passando per le opere site specific dell’artista franco-marocchina Yto Barrada, ospite d’onore del progetto espositivo fino al motivo delle squame e alla chiusura della mostra con l’installazione immersiva Shimmering Mirage (Black), 2018, di Anila Quayyum Agha e l’installazione luminosa MOSADEGH (2023), dell’artista iraniana Shadi Harouni.