Fino a febbraio 2025 al Mastio della Cittadella la grande mostra dedicata a H.R. Giger
Un alieno è atterrato in pieno centro a Torino. Ha un nome, non viene da Marte, ma dalla più vicina Svizzera e si chiama Hans Ruedi Giger. Fino al 16 febbraio 2025 è dedicata a lui la mostra “Beyond Alien: H.R. Giger”, curata da Marco Witzig, al Mastio della Cittadella a Torino. A dieci anni dalla sua scomparsa, approda in città la prima e più ampia retrospettiva in Italia che ripercorre l’opera del maestro elvetico, celebre per avere unito arte e stile biomeccanico. Mistero, inconscio, incubo, horror, sono solo alcuni dei concetti abbinati alle sue creazioni che attingono tanto al surrealismo di Salvador Dalì e Max Ernst quanto alla lezione dei pittori fiamminghi e dei preraffaelliti, intrecciandosi alle visioni inquietanti suggerite dall’estetica letteraria di H.P. Lovecraft e il suo Necronomicon.
Di fatto il potere delle sue immagini è stato talmente forte da aver travalicato i confini di genere, guadagnandogli la vera consacrazione artistica grazie alla collaborazione con Ridley Scott per il film “Alien” del 1979, per cui creò il design degli xenomorfi, le creature extraterrestri del film. Chiara la metafora sull’altro da sé e sulle intenzioni che, se mai esistano, coltivano le popolazioni extraterrestri nei nostri confronti. Quindi se proprio dobbiamo leggere il futuro nella nostra sfera di cristallo, è facile allinearsi alla convinzione espressa in seguito dal fisico Stephen Hawking che con molta probabilità quelle intenzioni non siano affatto amichevoli e “Alien” ne è la riprova.
Nota a margine: il regista americano racconta in un libro l’impressione avuta dal primo incontro con l’artista, avvenuto in un parco – magari non molto dissimile dai giardinetti all’esterno del Mastio – durante una giornata estiva inondata di sole. Giger si presentò col suo caratteristico pallore, completamente avvolto in un impermeabile invernale