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Una piccola provocazione di mezza estate

Qualcuno sposerebbe in pieno il titolo di questo articolo, tanti altri no.

Se ne parla da anni e viene da chiedersi quand’è che si abolirà dal nostro vocabolario la parola movida? Ha ancora un suo reale significato, se mai l’ha avuto? Unicorno tra gli unicorni della lingua italiana e per di più d’importazione, si continua ad utilizzarla e anzi ad abusarne fino a parlare anche di mala movida.

O meglio: quando va bene con movida si indica correttamente il clima di vitalità sociale e culturale legato alla dimensione notturna della città e quando invece no, apriti cielo!

C’è proprio chi vorrebbe togliersela di mezzo questa parola e questa movida, sinonimo automatico di disturbo alla quiete o peggio ancora problema di ordine pubblico.

In ogni caso, comunque la si veda, non si può non avvertire quanto queste categorie siano vecchie, strumentali e ipocrite, tanto che se devono essere applicate in questo modo sarebbe tempo di seppellirle definitivamente e passare a chiamare le cose con il loro nome.

Non bisogna dimenticare, in mezzo al mare delle parole e delle definizioni, che esistono la notte e la sua economia, il tempo libero e il tempo liberato, gli imprenditori e i cittadini, la cultura e gli spazi per l’intrattenimento e soprattutto un tessuto sociale che deve poter continuare a vivere anche dopo le nove di sera.

Trovando ovviamente le soluzioni più adatte per far convivere e rispettare tutte le diverse anime di Torino e con buona pace di tutti, commercio, residenti, settore culturale, amministrazione pubblica e l’intera cittadinanza.

 

C’è bisogno di coniare parole nuove per trattare questi vecchi argomenti o basta semplicemente cambiare visione? Torino Vision, aiutaci!

Tu cosa ne pensi?

Direttore di Sugonews. Giornalista, scrittore, social media manager e organizzatore di eventi. Lavora per il mondo della comunicazione e con la scrittura a più livelli, sviluppando progetti per aziende, privati e enti pubblici.