Stand Up Comedy
Sono andato a vedere qui a Torino Cabaret, l’ultimo spettacolo di Filippo Giardina.
Dovremmo essere noi a pagare, oltre al biglietto, un tributo per guardare i suoi spettacoli, qualcosa di simbolico. Che so io… tipo lui seduto e noi in piedi. Esagero? Forse, ma voglio spiegarvi perché.
Per quanto io segua gli stand-up comedian italiani, nessuno riesce ad essere, non dico al pari, (che già sarebbe tanto), ma almeno due spanne sotto Filippo Giardina.
Nessuno riesce ad incarnare il concetto di stand-up come sa farlo lui.
Ma cos’è la stand-up? Io dico che la stand-up comedy è una cosa seria, e questo la rende un’arte.
E Filippo Giardina è un Artista; nei suoi spettacoli non ridiamo perché l’argomento fa ridere, ridiamo perché ci viene schiaffata in faccia la nostra società nelle sue ridicole contraddizioni, e ridicoli siamo noi che queste contraddizioni le creiamo. Ridiamo perché in una sorta di psicoterapia di gruppo alleggeriamo i nostri peccati. L’uomo sul palco diventa un po’ il nostro capro espiatorio, il nostro specchio.
Lui ha il coraggio di dire che siamo delle merde.
Davanti a lui ridiamo di noi stessi, che è già il passo successivo all’esserci accettati per le merde che siamo.
Ho sempre visto Filippo come la reazione al puritanesimo perbenista di matrice cattolica su cui l’occidente è costruito (io, Filippo, voglio prendermela con i big della religione, son bravi tutti a prendersela con i buddisti… codardo!).
Filippo è dissacrante, scorretto, proprio come lo siamo noi nel nostro intimo (ma troppo ipocriti, egocentrici e mascherati da perbenisti grotteschi per ammetterlo).
Naturalmente la maestria comica di Filippo è proverbiale, per questo è un artista a tutto tondo.
Lui analizza i fallimenti della società e la responsabilità degli individui in tali fallimenti.
Filippo con l’ironica ipotesi di prendere il cadavere di qualcuno, metterlo in piazza col braccio alzato a far sfogare gli estremisti, o prendere quello di un bambino e far sfogare i pedofili, ci fa ridere dicendo quello che noi non vogliamo ammettere, (e non sarò io a dirvi cosa, perché ognuno di voi lo sa) ma che un po’ nella grottesca iperbole pensiamo. Se è vero che, come diceva Eco, tutti noi siamo razzisti e arginiamo il problema con lo studio, è altrettanto vero che tutti noi siamo sessisti, omofobi, e come direbbe Giardina : ’n sacco de artre robbe, ma non lo arginiamo mai, perché alla fine è comodo e un po’ ci piace.
Filippo giardina è uno psicanalista alternativo che aiuta a prendere coscienza di quello che realmente siamo.
Filippo Giardina (per tornare al concetto iniziale) è portatore di verità, nel vero senso catartico della parola (dal greco di Alétheia ovvero “disvelamento’’) tra le sue iperbole il mondo ci appare per quello che veramente è. Ridendo ci dice cosa noi pensiamo quando siamo soli con noi stessi. Filippo quindi, mette sul palco il nostro inconscio nero e le contraddizioni sociali lanciando l’incantesimo del “riddiculus”.
Ha la capacità si semplificare e mai banalizzare un mondo complesso, come ha fatto in 15 minuti raccontando la storia della sinistra italiana partendo dalle stragi, dalle brigate rosse, e passando da quel «puzzone di Feltrinelli».
Creando paradossi irriverenti ma che sanno di quella verità di cui vi scrivevo all’inizio.
Se guardi i suoi spettacoli scopri il suo più grande potere, quello di farci sentire meno soli, (lo dico da 28enne che con la solitudine ci fa i conti), Filippo Giardina riesce a farmi sentire, nella solitudine, parte di un gruppo, che voglio dire… mica è poco!
Insomma, un giorno la società scoprirà davvero Filippo Giardina e si scoprirà forte.
Strudel!