A Milano in via Pier Lombardo per chi ama nuotare e ama il teatro c’è una piscina con tanto di teatro, o se preferite un teatro con tanto di piscina: il Franco Parenti. Durante la bella stagione, o comunque quando fa bello ora che le stagioni si sono sottratte al ciclo un tempo naturale – quando Ennio Flaiano poteva scrivere serenamente, senza preoccuparsi dei mutamenti climatici:
“Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla”
– ci si può andare a nuotare, almeno durante il giorno, oppure a fare l’aperitivo e conversare a bordo vasca. Le persone siedono sulle gradinate oppure ai tavolini sotto gli ombrelloni, volendo ci si può anche sfamare: quando ordini qualcosa, paghi il corrispettivo e ti viene dato un aggeggio, un cicalino, che più tardi, quando ciò che hai scelto sarà pronto, suonerà, cosa che permette alla clientela di evitare attese più o meno in coda davanti al bancone del bar. Scrivo più o meno perché anche Milano benché assai europea e internazionale è pur sempre in Italia, e in Italia non di rado le code sono a palla. Sta di fatto che l’idea di coniugare il nuoto alla recitazione mi pare particolarmente felice, ne beneficiano sia il corpo sia la mente, e volendo – complici i mutamenti climatici di cui sopra – la si potrebbe importare: magari calando una piscina nel Po all’altezza dei Murazzi, sul modello di città come Berlino o Parigi, e usando una delle arcate se non come palco aperto al pubblico almeno come sala prove: chi fa teatro ne ha sempre bisogno, e non sempre è facile trovarne una.